La straordinaria storia di Mary's Meals by Magnus MacFarlane-Barrow

autore:Magnus MacFarlane-Barrow [MacFarlane-Barrow, Magnus]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2017-05-28T16:00:00+00:00

8

L’ arduo cammino per la pace

La povertà nel mondo è uno scandalo. In un mondo dove

ci sono tante risorse per dare da mangiare a tutti, non

si può capire come ci siano tanti bambini affamati, ci siano

tanti bambini senza educazione, tanti poveri!

La povertà, oggi, è un grido.

Papa Francesco

«Che cos’hai mangiato stamattina prima di venire a scuola?» chiedemmo a una bambina seduta sulla panca di bambù.

«Niente» rispose, come gli altri compagni prima di lei.

«E ieri, cos’hai mangiato?»

«Un po’ di riso.»

Erano risposte prevedibili. A quanto pareva, ognuno di loro aveva mangiato «un po’ di riso» o «solo manioca».

Ma poi un altro bambino ci sorprese.

«Cos’hai mangiato stamattina?»

«Niente.»

«E ieri?»

«Niente.»

Ripetemmo la domanda, pensando che non avesse capito bene, ma lui, in tono più sommesso, ripeté: «Niente». Imbarazzato e con le lacrime agli occhi, girò il capo per non farsi vedere dai compagni.

«È vero. L’ ho visto ieri vicino casa mia che rovistava dappertutto in cerca di patate selvatiche» ci disse il maestro, con fare calmo. Passammo subito al bambino successivo, anche se ormai ci sembrava inutile continuare a fare domande. Non c’era bisogno di completare quell’indagine per capire che i bambini di Biffany, un villaggio della Liberia, avrebbero beneficiato enormemente dell’arrivo di Mary’s Meals. Mentre lasciavo quella classe, osservai per qualche secondo il bambino che non aveva mangiato nulla il giorno prima; piangeva ancora in silenzio. In quel momento provai un forte senso di vergogna.

Dopo i successi della nostra iniziativa in Malawi, avevamo un gran desiderio di estenderla anche in altri Paesi. Avendo visto che era in grado di trasformare la vita di tanti piccoli, potevamo ribadire con fierezza la nostra visione: «Far sì che ogni bambino riceva un pasto quotidiano nel suo luogo di istruzione». Forti di questa convinzione, dovevamo ora dimostrare a noi stessi e al mondo che questo approccio poteva funzionare anche in altri Paesi – con culture e situazioni diverse – afflitti dal problema della scarsa scolarizzazione infantile dovuta alla povertà.

La Liberia, come sembrava ovvio, sarebbe stato il prossimo della lista. Lì, dopo anni di attività, avevamo stabilito buoni rapporti con la popolazione della regione di Bomi – da molto tempo alle prese con sofferenze di vario genere – e, comunque, era difficile individuare un Paese che avesse ancora più bisogno della nostra assistenza. La lunga serie di guerre civili era finita nel 2003 e l’ONU aveva schierato il più grande dispiegamento di forze di pace del mondo. Ora la Liberia aveva la concreta opportunità di costruire una pace duratura, anche se le condizioni di vita erano in molti casi ancora degradanti e i bambini più affamati che mai. La percentuale di iscritti alle scuole elementari liberiane era fra le più basse del mondo. Senza accesso all’istruzione, la nuova generazione non avrebbe potuto contribuire a creare prosperità nel Paese e sarebbe rimasta vittima di altre tentazioni. Disillusi, ignoranti e impoveriti, i giovani sarebbero stati facili prede di futuri dittatori che, alla ricerca di combattenti, li avrebbero irretiti con la promessa di potere, status e bottini di guerra. Intanto, nella regione di Bomi, i bambini erano denutriti e coperti di stracci.

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